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Chanel: all'asta da Christie's la più vasta collezione personale di gioielli dell'era Karl Lagerfeld

Non si tratta di una semplice mostra di costumi per lo spettacolo, e neanche di un’esposizione di abiti d’epoca. Attraverso oltre 100 pezzi, Romaison (Museo dell’Ara Pacis di Roma, fino al 29 novembre) esplora il rapporto di reciproca influenza tra questi due universi, quello del quotidiano e quello dello spettacolo, sia esso un film o una pièce teatrale.
“Tra abiti d’epoca, costumi, bozzetti e fotografie appartenenti ad archivi privati e a collezioni di sartorie teatrali e cinematografiche come Annamode, Peruzzi, Farani, Pieroni e Tirelli, Romaison, che si ripromette di essere un appuntamento annuale sulla cultura della moda, racconta il dialogo tra tecnica, artigianalità, ricerca e conservazione” spiega la curatrice Clara Tosi Pamphili.
In questo gioco di rimandi tra abiti e costumi spiccano sorprendenti cortocircuiti. A partire dalla tunica di gusto rinascimentale che, concepita nei primi decenni del Novecento dalla designer e imprenditrice romana Maria Monaci Gallenga, è poi diventata un costume per lo spettacolo addosso a Florinda Bolkan che la sfoggiò nel film di Elio Petri Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970). Il percorso prosegue con la maestosa cappa di Charles Frederick Worth, il sarto inglese che nella seconda metà dell’Ottocento è stato l’artefice del moderno concetto di haute couture e con le creazioni di griffe nostrane come Zecca e Schuberth. Ecco poi storici modelli di due titani dello stile del secondo dopoguerra: Christian Dior e Cristobal Balenciaga, di cui è esposto il noto abito da cocktail detto “quattro corni” confezionato in gazar nero di Abraham (tessutaio svizzero prediletto dal grande couturier spagnolo).
A dialogare con questi preziosi esemplari, esposti sugli storici manichini di Mensura, ci sono autentiche marsine settecentesche, costumi cinematografici come quelli realizzati da Gitt Magrini per Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci e persino gioielli. Bulgari ha infatti prestato per l’occasione la parure con ametiste, quarzi e diamanti sfoggiata da Silvana Mangano in Gruppo di famiglia in un interno (1976). Accanto ai bozzetti dell’archivio personale di Gabriele Mayer, a fotografie e video, sono in mostra le creazioni di premi Oscar come Milena Canonero e Danilo Donati, Gabriella Pescucci e Piero Tosi e di nuove promesse come Massimo Cantini Parrini, vincitore di quattro David di Donatello, l’ultimo per Pinocchio di Garrone e autore dei costumi di Miss Marx, il film di Susanna Nicchiarelli presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Oltre al percorso illustrato, ci sono le sezioni collaterali delle mostre, anche queste godibilissime. Vediamole:
I TALENTI DI DOMANI
Ogni settimana, con l’obiettivo di formare nuovi talenti, Romaison esporrà i migliori progetti realizzati dagli allievi delle maggiori accademie di moda della capitale: Accademia di Alta Moda Koefia, Accademia di Belle Arti di Roma, Accademia di Costume e Moda, IED Istituto Europeo di Design, NABA Nuova Accademia di Belle Arti.
EMBODYING PASOLINI
Parte del progetto Romaison sarà la performance, prevista il prossimo anno al Mattatoio, dal titolo “Embodying Pasolini” che ha come protagonisti lo storico della moda Olivier Saillard e l’attrice scozzese Tilda Swinton.
LA RINASCENTE
Grazie al contributo tecnico dello storico grande magazzino fondato nel 1917, uno speciale percorso fotografico della mostra sarà esposto nel Cavedio Interno del Flagship Store di Via del Tritone. Anche le vetrine degli Store romani di Rinascente saranno un piccolo palcoscenico promozionale.
Floreali, intense o delicate. Purché diverse da quelle che ci hanno accompagnato negli ultimi mesi. Con l’arrivo dell’autunno ci si appresta al cambio di stagione anche nel beauty case, e viene voglia di sperimentare nuove fragranze che riflettano la stagione con le loro note. Quelle autunnali sono infatti più persistenti rispetto a quelle estive; conservano i toni fruttati ma anche gourmand. Tra le molte novità segnaliamo le più interessanti, cercando di accontentare tutte: dalle estimatrici dei brand ‘commerciali’ a quelle sempre alla ricerca di profumi di nicchia.
10 profumi di stagione

Rosa in primo piano

Con tangerino e ribes nero tra le note di testa, nota di cuore alla rosa e note di base ambrate.
Fresco e agrumato

ll limone primofiore, considerato la miglior qualità del limone, apre la fragranza e si accompagna al mandarino italiano, proveniente dalla Sicilia. La testa è resa ancora più frizzante dal pepe rosa, olfattivamente molto vicino alle bacche rosse. Nel cuore uno speciale accordo esalta la freschezza del succo di Guava, affiancato a petali di gelsomino esaltato dall’essenza di fresia. La sensualità del profumo risiede nei legni moderni.
Delicato

La fragranza si apre con le note effervescenti e gioiose del ribes che incontrano la freschezza vibrante del pepe rosa. La raffinatezza del gelsomino e della peonia si unisce nel cuore alla rosa. Nel fondo, la dolcezza inaspettata e sorprendente della panna cotta è resa ancor più irresistibile da intriganti e seducenti note di patchouli.
Floreale cipriato

Note di testa di mandarino e arancia amara incontrano note di cuore fiorite, tra cui rosa e gelsomino e di base calde e avvolgenti come patchouli e vaniglia.
L’orientale

Note di testa al gelsomino si sposano con note di cuore alla tuberosa e con note di base di sandalo, ris e muschio.
Intenso

Note di mandarino, lavanda, ribes, vaniglia e muschio.
Sublimatore della pelle

Note di patchouli, incenso muschio e cedro. Nasce da uomo ma nulla vieta che anche una donna lo possa usare.
Floreale muschiato

Un’apertura vivace e frizzante di bergamotto Italiano, addolcita da un mandarino dolce e succoso. Un bouquet di fiori d’arancio e un accordo di gardenia dorata. L’elegante design in vetro permette alla luce di immergersi e riflettersi nella fragranza color oro, facendo emergere una V di luce. Squadrato sui lati, si adatta perfettamente alla presa della mano. Un rosso vibrante contraddistingue il flacone; il rosso è da sempre il colore iconico della maison ma, come dice Pierpaolo Piccioli, “dare una nuova prospettiva è una bella sfida”.
La menta inebriante

Eau de Minthé reinterpreta attraverso la menta un emblema della profumeria, l’accordo fougère (da felce). Nel cuore della composizione, la sua freschezza aromatica esalta le note accese e floreali del geranio, mentre il patchouli conferisce profondità.
Legnoso

Tuscan Creations è la collezione di lussuose fragranze artistiche che raccontano l’essenza del brand e della sua terra. Nomi tutti italiani delle eau de parfum della collezione. Antoine Lie e Luca Maffei hanno creato “Cupola” : la freschezza discreta del mandarino vibrante e delle note verdi di angelica, si ammorbidisce di zafferano dai morbidi accetti di cuoio, cosi da evocare i profumi di Firenze e la maestosità della Cupola del Brunelleschi.
Orchidea nera

Intenso e afrodisiaco. Attorno all’orchidea nera si costruisce l’intera essenza.
Puro

Una fragranza pura e semplice nella struttura, ma con estremo carattere. Costruito attorno alla percezione che Ben Gorham ha del colore bianco, è un profumo immacolato pieno di freschezza che vuole ricordare l’odore della biancheria. Apre con note di rosa bianca e aldeidi, speziati da pepe rosa e riscaldati da un accordo di sandalo e muschio.

Storie brevi per raccontare intrighi e misteri che hanno affascinato e scosso il mondo della moda, sei casi risolti e irrisolti, da quello che vede coinvolta Patrizia Reggiani, accusata di essere stata la mandante nell’assassinio di suo marito, Maurizio Gucci, a quella della finta ereditiera Anna Delvey che vestiva Celine per truffare uomini ricchi dell’Upper East Side a New York. A queste, si aggiunge la storia di Vicki Morgan, amante dell’erede dei magazzini Bloomingdale’s uccisa nel 1983, e ancora – a completare una serie dedicata a 6 donne per 18 episodi, ognuno di 5 minuti circa – le storie di Christa Worthington, giornalista di moda uccisa a Cape Cod il cui corpo è stato ritrovato nel 2002, Ruslana Korshunova e Sylvie Cachay, rispettivamente modella e stilista emergente, anche loro assassinate negli anni 2000.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Quibi (@quibi) in data: 20 Ott 2020 alle ore 6:01 PDT
La docuserie è una produzione originale di Dakota Fanning, meglio conosciuta come attrice (Twilight), ed è disponibile in streaming sulla nuova piattaforma Quibi, lanciata con l’idea di proporre video brevi su smartphone a pagamento da consumare nel breve tempo di una corsa in metropolitana, o di una pausa al bar; in Italia è sbarcata nell’aprile 2020 e tuttavia già – si dice – in procinto di chiudere i battenti: troppo scarso il riscontro di fronte a investimenti sostanziosi per ottenere produzioni originali in collaborazione con nomi noti di Hollywood, da Steven Spielberg a Idris Elba e Liam Hemsworth, passando per Guillermo del Toro, LeBron James, Jennifer Lopez, Reese Witherspoon.
Dakota Fanning firma invece questa produzione tutta al femminile, che presenta così a Refinery29 durante una recente intervista: “Pur essendo piuttosto corti credo che gli episodi possano fornire un’idea precisa della psiche di queste persone. Non è un racconto unidimensionale ma una narrazione a 360 gradi”. Ogni storia di Last Looks è stata infatti realizzata con un lavoro documentaristico che ha coinvolto persone vicine alle vittime o agli assassini, presentate al pubblico in un racconto breve dalle atmosfere noir.
D’altra parte, i delitti irrisolti e il crime in generale è un argomento che affascina molti, tanto più se racconta misteri del mondo della moda, già di per sé intrigante. “Credo le persone siano affascinate dagli esseri umani e dalle azioni che sono in grado di compiere. Alla fine, tutti ci chiediamo: sarei capace di commettere un simile crimine perfino io?”, ha concluso Dakota.

“Tra abiti d’epoca, costumi, bozzetti e fotografie appartenenti ad archivi privati e a collezioni di sartorie teatrali e cinematografiche come Annamode, Peruzzi, Farani, Pieroni e Tirelli, Romaison racconta il dialogo tra tecnica, artigianalità, ricerca e conservazione” spiega Clara Tosi Pamphili, curatrice della mostra all’Ara Pacis di Roma. Ecco i film di riferimento e alcuni degli splendidi abiti esposti
Marion Cotillard, è diventata il volto del profumo più famoso e venduto della storia, Chanel N.5, che nel 2021 compie un secolo. È la prima volta che l’attrice premio Oscar, il cui rapporto con la Maison risale agli inizi della carriera, rappresenta l’immagine di un profumo. Chanel, prosegue così, la sua tradizione delle grandi figure femminili che hanno prestato il volto al profumo-leggenda: Catherine Deneuve, l’attrice francese Carole Bouquet, Nicole Kidman e Gisele Bundchen. Ma c’è stato anche un uomo: Brad Pitt. Marion Cotillard è “la perfetta incarnazione della bellezza naturale alla francese, la sola a possedere quell’irresistibile ‘Je ne sais quoi’ e porta la sua eleganza all’immagine dell’iconica fragranza N°5”, dichiara la Maison.
Il profumo

Appena si dice Chanel N°5 viene subito alla mente Marilyn Monroe, che non è mai stata volto di campagna ma lo ha reso celebre in tutto il mondo dichiarando che di notte dormiva indossando solo due gocce del profumo. “Una donna profumata male non ha futuro”, disse Coco citando il poeta Paul Valery presentando il suo profumo nato nel 1921. E in questa frase si può racchiudere la quintessenza del profumo. Una fragranza opulenta e sexy per vere seduttrici ma che nello stesso tempo doveva sapere di pulito. Nel 1921, in pieno fermento creativo, dalla poesia alla pittura alla musica alla letteratura, Coco frequentava gli artisti più innovativi, e si ispirò a quel clima per il suo profumo. Ma la vera innovazione, oltre al bouquet, fu il flacone. Lineare, dal design pulito come le note della fragranza, quasi invisibile e sobrio come una provetta da laboratorio, Chanel volle differenziarlo da quelli allora imperanti in stile decò, in ossequio alla sua idea che “l’eleganza è negazione”. La prima versione era in semplice vetro quadrato, con un tappo quasi inesistente. Nel 1924 venne ordinato un nuovo modello fatto realizzare dalle Cristalleries de Saint Louis con una nuova linea smussata nelle forme. Quello che cambiò poi nel tempo sarà il tappo, che da quasi inesistente divenne largo e ottagonale, ispirato, si dice, al monumento posto al centro di Place-Vendôme, a Parigi.
Alcuni scatti della campagna

Il regista, Johan Renck, che ha girato la nuova campagna, ha deciso di portare N°5 sulla Luna, che invita al sogno, unendo il reale e l’immaginario. Il film (che uscirà il 30 ottobre 2020 in tutto il mondo) mette in scena una donna misteriosa, avvolta in un mantello nero, che attraversa un ponte di Parigi ricoperto di neve in una notte di luna piena…. Questo il mood della nuova campagna che si ispira a una donna forte e innamorata, la cui seduzione si esprime con spensieratezza. La canzone che da ritmo al film, Team di Lorde, arrangiata per l’occasione da Flavien Berger ed interpretata da Marion Cotillard, è un’ode all’amore moderno. Immaginata da Ryan Heffington, la coreografia è stata creata su misura per Marion Cotillard e il suo partner, il ballerino Jérémie Bélingard. La diva indossa un abito in pizzo dorato ricamato, scelto da Virginie Viard, designer della maison, e ispirato a un abito iconico che fu indossato da Mademoiselle Chanel.


Style drama
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Chiara Ferragni ? (@chiaraferragni) in data: 26 Ott 2020 alle ore 2:00 PDT
La collezione LancomexChiara Ferragni vede: palette occhi e viso, mascara e rossetti in una confezione bluette glitterata (la prima edizione era con pack rosa) con l’immancabile logo reso celebre dall’imprenditrice e influencer: gli occhietti sui pack (in vendita da Douglas).
Il video di lancio
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Chiara Ferragni Collection (@chiaraferragnicollection) in data: 26 Ott 2020 alle ore 2:54 PDT
Di certo le donne non si sono scoraggiate nel voler apparire impeccabili, partendo proprio dall’acconciatura, anche se la vita sociale e gli impegni lavorativi non permettono più di esibire un taglio all’ultimo grido. Come andranno, quindi, di moda i capelli in questo insolito autunno/inverno 2020-21? Per gli hairdresser non ci sono dubbi: tutto parte dal concetto di rinascita e dal desiderio di liberare la luce naturale di ogni donna. Per esempio, la nuova collezione Hairenassance ideata da Salvo Filetti per Compagnia della Bellezza ha lo scopo di dare armonia ed equilibrio ridefinendo la bellezza femminile. Per Filetti si parte dal colore, che ha come fil rouge la luce. Sunshine Frame è infatti studiato sulla misura del volto e del sottotono dell’incarnato di ciascuna, personalizzato anche in base alla lunghezza dei capelli, per regalare un effetto strobing al viso. I tagli lunghi hanno giochi di multidimensionalità con fasce nette di “luce” frontali, come le portava negli anni Novanta Britney Spears e oggi Dua Lipa. Il riLob, ovvero il classico bob medio, si chiama così perché è reinterpretato equilibrando peso e leggerezza.
Concetto simile per Framesi, che è assoluto tributo alla femminilità delle donne e delle sue innumerevoli sfaccettature. Ogni donna ha differenti quotidianità, dall’ironica alla maliziosa lolita, fino alla naturalezza urbana. Un taglio o un colore, dopotutto, svela più di mille accessori. Ricominciare dai capelli è anche il motto di Evos che ha voluto ripercorrere la sua storia riproponendo le sue icone rock-chic traducendole in chiave attuale. Tagli pieni e scalati, lasciano spazio alla versatilità, gli effetti colore sono invece sfumature soft tra i capelli per look naturali a tutta luce. Glamour, grinta e femminilità sono le tre parole chiave della sua collezione Timeless. Loro e altri i saloni che si prendono cura della vostra “rinascita”. Qui un recap delle tendenze di riferimento, da sperimentare questa stagione, mentre nella gallery scoprirete i tagli più hot.
I corti
Ma non cortissimi, simili al french bob, con scalature nascoste che vanno a bilanciare la pienezza e a restituire la giusta verticalità. Il caschetto e il bob padroneggiano e diventano ancora più versatili nello styling rispetto alle scorse stagioni. Le fan dello shag troveranno nuove scalature, vivaci nei contorni. Le donne, complice il periodo di lockdown, devono infatti sentirsi libere e pratiche. La piega favorita è quella destrutturata, leggermente mossa. Torna il taglio shag e le frange si fondono con le ciocche che incorniciano il viso. Le frangette, invece, si portano rigorosamente con un pixie cut, magari dalle nuance pastello, in stile Davines.
Medi
Non più il classico long bob. Il nuovo medio è come se fosse un caschetto allungato, che supera le orecchie grazie alla sua forma arrotondata. Sì a ciuffi maxi che incorniciano il volto, un po’ stile Posh Spice. Le collezioni Wella Professionals ne sono l’esempio assoluto.
Lunghi
Forse Emily in Paris è l’esempio migliore di capelli lunghi autunnali. I tagli sono pieni ma armonizzano il viso con scalature realizzate ad arte per valorizzare i capelli sani. Vedere, per esempio, alla voce Long Hair di La Biosthetique.

Le voci hanno iniziato a rincorrersi dal giorno precedente, quando alcuni hanno notato un moltiplicarsi di immagini a tema animalier nell’account Instagram di Fausto Puglisi. Poche ore dopo le prime indiscrezioni, il 23 ottobre è arrivata la conferma ufficiale. Il designer siciliano è il nuovo creativo di Roberto Cavalli. La sua nomina è effettiva da subito, fanno sapere dal brand, che inoltre specifica che Puglisi farà da consulente creativo, sovrintendendo a tutte le linee. Il debutto è previsto per il gennaio 2021.
“Sono onorato e orgoglioso di portare avanti l’eredità di questo straordinario marchio, e soprattutto di continuare a sostenere l’immagine di glamour e raffinatezza di Roberto Cavalli”, ha dichiarato Fausto Puglisi. “Voglio sviluppare le mie idee di inclusione e bellezza, amplificare il dialogo tra culture, diversità ed estetica. Questa è un’opportunità unica per scrivere un nuovo capitolo nella storia di Cavalli, continuando a celebrare l’eccellenza dell’artigianato italiano”. Altrettanto entusiasta Ennio Fontana, neo-direttore generale del brand. “Puglisi porta con sé un patrimonio d’esperienza. È un designer capace di comprendere e reinterpretare l’essenza di Roberto Cavalli”.
Il marchio torna così ad avere una guida creativa: dopo l’uscita di Paul Surridge lo scorso anno, le collezioni sono state disegnate da un team interno. Va detto che gli ultimi mesi non sono stati facili per il brand: circa un anno fa la l’imprenditore immobiliare Hussain Sajwani, fondatore e proprietario della Damac Properties, ne ha acquisito il 100 per cento attraverso la società Vision Investments, procedendo poi a trasferire la sede del marchio da Osmannoro, alle porte di Firenze, a Milano, obbligando i 170 dipendenti al trasferimento. Ne è seguita una battaglia sindacale piuttosto aspra, conclusasi con l’uscita volontaria di 100 assunti.
Questo è perciò un bel passo in avanti per uno dei nomi simbolo del Made in Italy. La nomina di Puglisi pare giusta: lo stilista, nato nel 1976 a Messina, negli ultimi 10 anni attraverso il suo brand e diverse collaborazioni (è stato il direttore creativo di Ungaro dal 2012 al 2017) ha affermato la sua visione ricca e vivace, in bilico tra barocco, citazioni dell’antica Roma e ricordi della sua infanzia in Sicilia. Un approccio massimalista che ben si sposa con l’estetica aggressiva e sexy alla base dell’immaginario del marchio.
Per disegnare un ritratto bisogna in qualche modo far danzare la matita sul foglio, farla scivolare tra pieghe morbide e spigoli acuti, farla piroettare tra tratti decisi e segni delicati. Il ritratto che Helena Coen fa di Audrey Hepburn nel documentario “Audrey”, prossimamente in uscita e del quale è stato pubblicato il primo trailer, è proprio così: una danza nella vita della diva del cinema eseguita da tre ballerine d’eccezione che la interpretano in tre momenti diversi della sua vita.
Keira Moore sarà Audrey nell’età giovanile, Francesca Hayward, prima ballerina del Royal Ballet di Londra, ne vestirà i panni negli anni di maggior successo a Hollywood, mentre Alessandra Ferri, prima ballerina assoluta della Scala di Milano dal 1992 al 2007, ballerà nelle sue vesti degli anni della maturità.
La scelta di usare il balletto come fil rouge del racconto della vita di Audrey Hepburn è legata all’amore dell’attrice per la danza, sua prima passione che ha preceduto l’arrivo in teatro e al cinema. “La danza esalta il panorama emotivo di Audrey e accresce il senso di drammaticità e teatralità del film, oltre a portare un ricco linguaggio visivo che non è stato ancora utilizzato nel documentario”, ha dichiarato la regista sulle pagine di Vogue. L’intento è quello di riuscire a trasmettere, anche grazie all’emotività del ballo, tutti gli aspetti della vita e della persona su cui si regge l’immagine della diva Audrey (“C’era una vera Audrey che il pubblico non conosce”): dall’abbandono da parte del padre che ha condizionato il suo rapporto con gli uomini al periodo dell’occupazione nazista vissuta in Olanda, dall’infanzia difficile al successo hollywoodiano. Un racconto realizzato grazie anche all’uso di spezzoni dei suoi film, di filmati inediti e della testimonianza di suo figlio Sean Hepburn Ferrer.

E dal ritratto non potevano mancare nemmeno i riferimenti al suo rapporto con la moda e al suo esserne diventata un’icona. Con due testimonianze particolarmente significative: la prima è quella di Clare Waight Keller, ex direttrice creativa di Givenchy, che racconta il rapporto lavorativo e professionale di stima e fiducia che ha legato Audrey Hepburn a Hubert de Givenchy (dello stilista per esempio è il celebre tubino nero indossato in “Colazione da Tiffany”). La seconda è quella di John Loring, ex design director di Tiffany&Co., che descrive il rapporto tra la star e il marchio, coronato dal prestito del celebre diamante giallo da 128,54 carati (visto anche al collo di Lady Gaga la notte degli Oscar 2019) che appare in “Colazione da Tiffany”.

Davanti a un ostacolo ci si può fermare o si può cercare di superarlo. L’International Talent Support, piattaforma ideata e fondata da Barbara Franchin nel 2002 per scovare e supportare i nuovi talenti della moda, ha scelto la seconda opzione. In questo travagliato 2020 nel quale gli eventi in presenza sono ragionevolmente osteggiati quando non espressamente proibiti, ITS si trasforma e scopre una nuova veste digitale e innovativa. Sarà un fashion film dal titolo “ITS 2020 – Here We Belong” a raccontare i lavori e le esperienze dei 32 finalisti di questa edizione. Questo story telling visivo sarà diffuso sulla piattaforma digitale dedicata venerdì 23 ottobre alle 16.00 e l’evento si chiuderà con la cerimonia di premiazione “live” a Trieste nel Salone di Rappresentanza dello storico Palazzo della Regione.
“I momenti più duri sono sempre stati alcuni dei momenti più creativi della storia”, ha dichiarato Renzo Rosso, presidente di Diesel e fondatore di OTB oltre che membro della giuria di ITS 2020. “Un nemico da combattere non ferma la creatività, la scatena. Noi siamo con ITS da vent’anni e al fianco dei giovani che creano moda ovunque nel mondo, perché la fanno evolvere e ne segnano il futuro”. A fargli compagnia tra i giurati tanti altri nomi importanti tra i quali Mika, cantante e giudice di XFactor Italia, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Paola Antonelli, Senior Curator del dipartimento di architettura e design del Museum of Modern Art, l’artista Kiki Smith e la fondatrice di Fashion Revolution Orsola de Castro.
Tra le novità di questa edizione due nuovi premi: il Press Choice Award, assegnato da una speciale giuria composta da membri di spicco della stampa internazionale, e il People’s Choice Award che darà al pubblico collegato da casa la possibilità di vedere le collezioni presentate e di votare la propria preferita in diretta.
L’annus horribilis di Anna Wintour non cessa di riservare sorprese. Dopo le scuse per non aver rappresentato abbastanza la comunità nera nei suoi 32 anni alla direzione di Vogue, ora ad alimentare il mondo del gossip è la sua turbolenta, quanto misteriosa, vita privata. Secondo il magazine Page Six, la love story tra Anna Wintour e Shelby Bryan sarebbe finita. Dopo 21 anni insieme, l’editrice e l’imprenditore texano avrebbero preso strade diverse.

Shelby Bryan è accanto ad Anna Wintour dal 1999. Per lei, il magnate delle telecomunicazioni lascia la seconda moglie Katherine e due figli, destando scalpore nell’élite newyorkese (Bryan aveva alle spalle un primo matrimonio e altre due figlie). Quello stesso anno Anna Wintour divorzia dal marito David Shaffer, psichiatra infantile a cui è legata dal 1984 e con cui ha avuto i due figli Charles e Bee. L’incontro casuale tra la regina di Vogue e il miliardario, a un ballo di beneficenza per il New York Ballet, diventa subito qualcosa di più. I due vengono avvistati insieme alle partite di tennis degli US Open e naturalmente agli eventi di moda. Non hanno figli insieme, ma secondo il mondo del gossip pare si siano sposati in segreto nel 2004. E il legame resiste per anni nonostante i diversi flirt che sono stati attribuiti (e mai confermati), alla regina di Vogue.
Quel che è certo è che dal 2013 Anna Wintour e Shelby Bryan condividono sempre meno la scena pubblica. Una crisi che sarebbe iniziata dopo le rivelazioni di un debito di 1,2 milioni di dollari di tasse arretrate che Bryan aveva con il governo degli Stati Uniti. E mentre i rumors chiacchierano di un riavvicinamento di Bryan all’ex moglie Katherine, di Anna Wintour restano i sorrisi e gli sguardi complici con Bill Nighy. L’attore britannico, più volte accanto all’editrice in serate teatrali a Londra e a New York, proprio nel febbraio scorso era stato protagonista di scatti rubati ad una cena con un’insolita Anna Wintour, sorridente e senza gli eterni occhiali scuri.
Archiviate le settimane di Milano e Parigi, la moda guarda a Venezia con un occhio più “slow” che ben si sposa con le nuove concezioni di stagionalità e i nuovi ritmi scanditi come riflesso all’epidemia die Covid-19. Dal 22 al 31 ottobre si tiene infatti l’undicesima edizione della Venice Fashion Week, dieci giorni durante i quali la città veneta si trasforma in un palcoscenico per maestranze e tradizione grazie a un programma ricco di eventi sia fisici (organizzati ovviamente in sicurezza) che digitali con una copertura sui social network degli eventi e con la realizzazione di un film dal titolo “A Venezia la moda è slow” con la regia di Gianpaolo Cerato.

Foto di Roberto Rosa
Il focus è anche quest’anno sulla sostenibilità e sui giovani talenti da valorizzare con un ospite d’eccezione come Tiziano Guardini che ha fatto del rispetto sociale e ambientale le colonne portanti del suo brand. Per l’occasione l’ecodesigner romano, classe 1980 e già vincitore del premio Franca Sozzani Green Carpet Fashion Award come miglior designer emergente nel 2017, presenta una collezione in edizione limitata realizzata con i tessuti della Tessitura Bevilacqua, ovviamente veneziana: capi unici che uniscono la visione estetica e artistica di Guardini col gusto e i materiali veneziani.
Da non perdere poi la possibilità dal 23 al 25 ottobre di visitare botteghe e atelier che tengono le proprie porte aperte (necessaria la prenotazione) con visite gratuite nelle quali è possibile ammirare direttamente gli artigiani all’opera. Un’occasione sia per capire i processi complessi che stanno dietro alla realizzazione di tessuti e abiti, ma anche per testimoniare l’innegabile anima artigiana di Venezia, letteralmente costruita “a mano” e storicamente crocevia di saperi e saper fare. Il programma completo è disponibile sul sito www.venicefashionweek.com

I modelli più iconici delle sfilate Chanel firmate Karl Lagerfeld e Virginie Viard fanno parte della nuova edizione del volume di Chanel Sfilate. Tutte le collezioni (Ippocampo, pp.760, 49,90 euro). Il volume appena uscito raccoglie oltre 180 collezioni e 28 nuovi défilé (haute couture, prêt-à–porter, crociera e métiers d’art) con foto di capi raramente visti prima d’ora. Attraverso circa 1.450 immagini e i commenti dei più importanti giornalisti internazionali del settore, Patrick Mauriès ripercorre tutte le collezioni della griffe, dal 1983 a oggi. Ecco alcune immagini con le grandi top model che hanno sfilato per la Maison francese.
La gonna a tubo è ritenuta un capo classico, di quelli che bisognerebbe avere nel guardaroba a prescindere dalle mode del momento. Non passa mai di moda e anche per l’autunno-inverno 2020 si riconferma tra i capi indispensabili. Questo modello è perfetto da abbinare a camicie, giacche e pullover. Deve arrivare poco sotto al ginocchio o a metà polpaccio (anche se quest’inverno le lunghezze variano) ed essere aderente al punto giusto, magari con dei piccoli spacchi laterali ma va bene anche il classico spacchetto sul retro. La classica pencil skirt è in total black, perfetta in tutte le occasioni, ma oggi vanno molto anche i modelli colorati. Inoltre puoi giocare sono i tessuti: quelle morbide o stretch sono perfette per andare al lavoro perché ti permettono stare comoda anche se devi stare seduta a lungo. I modelli in jersey si adattano perfettamente alle forme. Ma trovi le gonne a tubo anche in pizzo, paillettes, con applicazioni, di lana…. Infine vediamo quali scarpe abbinare: puoi spaziare dagli stivali alle décolletées con il tacco comodo fino alle scarpe con tacco mini.
Le proposte in passerella
In pizzo

A pannelli

Sotto al ginocchio

Super aderente

Con spacco laterale

Fasciante

Sinuosa